TRIESTE
UN CAPOLAVORO SCRITTO DAL MARE, DAL VENTO E DALLA STORIA
Soffia la Bora in questa città di confine che si affaccia sul mare Adriatico, Trieste è anello di congiunzione tra due Stati e fra due popoli, contesa per anni ed ora grande capoluogo, in cui l’intrecciarsi di culture crea l’unicità che lo contraddistingue.
Se vogliamo regalarvi un racconto, quale strada migliore che quella di inseguire le leggende che qui abitano e si tramandano nelle memorie e le parole degli abitanti, la prima delle quali riguarda proprio il vento freddo che imperversa fra le vie e che turba il mare?
Si dice che una strega abiti nelle caverne del Carso e che, specie durante l’inverno, esca dal suo rifugio per scagliarsi su qualunque cosa incontri lungo la sua strada. Un’altra storia invece narra di una dolce ninfa dei boschi che soleva col suo soffio regalare refrigerio agli abitanti delle zone circostanti. Un giorno, però, dei malvagi uccisero il dio tanto amato dalla ninfa che, sconvolta dal dolore, si trasformò in un vento gelido, diventando implacabile nemica degli uomini.
Perfino l’origine della città stessa di Trieste trova il suo posto nella mitologia ed anche nel mito della fondazione è intrinsecamente legata al suo vento.
Sembra, infatti, che l’antico nome di Tergeste derivi da Tergesteo, l’umano eroe Argonauta di cui si era follemente innamorata Bora, figlia prediletta di Eolo, il quale accecato di rabbia uccise il ragazzo. La leggenda vuole che lei sia ancora lì…
Collegare le nostre radici ad una storia d’amore fa bene al cuore. Ciò che è certo però è che Trieste ha origini molto antiche e che, purtroppo, ben poco è arrivato fino a noi di questi inizi lontani. Abbiamo solo resti degli antichi castellieri, piccoli insediamenti del II millennio a.C. arroccati sulle alture. Visse, come tanti, la dominazione romana e le invasioni barbariche, successivamente un fecondo e lungo rapporto con la dinastia asburgica che le regalò un prosperare economico, commerciale, artistico e culturale. Divenne Porto Franco e città cosmopolita e ciò si nota ancora oggi nei cognomi degli abitanti, nei luoghi di culto e nel dialetto. Durante il periodo delle due Guerre la città pagò un prezzo molto alto con numerose tristi vicende e dal 1954 venne definitivamente restituita all’Italia.
Ed ecco in breve qual è stato il telaio che ha tessuto la trama ed i colori della Bellezza che tanto amiamo ricercare nei nostri viaggi. Numerose penne hanno scritto pagine con diversi stili i quali si affiancano l’uno all’altro senza stonare…neo-gotico, rinascimentale, stile russo e pompeiano, neoclassico, finto medioevale e molto altro ancora, ed è proprio questo mix che regala a Trieste la sua unicità.
Di luoghi da visitare con lo stupore negli occhi ed il naso all’insù ne offre tanti. Per non appesantire il nostro racconto ne nomineremo solo alcuni, che in particolare ci hanno colpiti per la storia che rieccheggia fra i mattoni delle loro mura, fra le pietre, gli alberi e gli spazi delle loro stanze.
Sembra che le tristi storie d’amore siano una nota ricorrente nella vita di Trieste. Come il mito della sua fondazione, anche il Castello di Miramare è intrecciato con il tragico destino di due amanti consorti, l’Arciduca Massimiliano d’Asburgo e la sua giovane sposa. Egli aveva fatto costruire la dimora come nido del loro amore, contornata da un parco stupendo, ma il desiderio di fama di Carlotta lo spinse a partire per il Messico e a diventarne imperatore. Lì Massimiliano troverà la morte e lei cadrà in una disperata follia. Da quella volta vi è una sorta di maledizione sul castello: si dice che chiunque vi abiterà perirà di morte violenta, cosa che si è sempre verificata nel corso della storia.
Per gli amanti degli antichi manieri, imperdibile è anche il Castello di Duino, che sorge in una posizione mozzafiato, sopra uno sperone di roccia a strapiombo sul mare. Costruito attorno ad un’antica torre fortificata di epoca romana, risale al 1400 e nei suoi secoli di vita ha ospitato personaggi illustri fra i quali Johann Strauss, Franz Liszt e Gabriele D’Annunzio. E’ tuttora abitato e sede di numerosi eventi ed è contornato da un meraviglioso parco su vari livelli, ricco di colori.
Anche Madre Natura non scherza nel fabbricare saloni di imponente bellezza. Quest’area carsica, infatti, nasconde nel sottosuolo e lungo il corso del fiume Timavo numerose grotte, tra cui la Grotta Gigante, a 15 km dalla città. E’ la più grande caverna visitabile e durante l’anno ospita eventi e concerti corali. Che tutto ciò valga la fatica di affrontare i suoi numerosi scalini? Noi crediamo di sì.
Guardando Trieste dal mare si nota un monumento imperioso che illumina il golfo e commemora tutti i caduti nelle acque della Prima Guerra Mondiale: il Faro, che innalza fiero la statua della Vittoria in cima ai suoi 60 metri di altezza. Tale statua -insieme alla Cattedrale di San Giusto distrutta e riedificata più volte- forse è quello che meglio rappresenta questa città che ha dovuto combattere molto per la sua libertà, pagando un prezzo enorme come testimoniano le Foibe, tra cui quella di Bassovizza, teatro di tristi e sanguinose vicende.
Ed eccoci alla fine di un racconto che ci ha trasportati di nuovo dentro la storia, la natura, il coraggio, i colori…fra le righe di un libro che è stato scritto attraverso i secoli e fra le onde del mare. Trieste è una città molto vitale, con una storia che continua nei suoi giorni e negli occhi orgogliosi dei suoi abitanti. Se la visiterete –e ci auguriamo che lo farete- tornerete a casa più ricchi di Bellezza e con un bagaglio in più di cultura, di arte…e di magia.
by Chiara Rose