Tony Hadley porta ad Asiago Live la New Wave degli Spandau Ballet.

Un sentito ringraziamento a DUE PUNTI EVENTI per il gradito invito. Foto e testo Andrea Compagnin, courtesy by A.N.L. 2024

Tony Hadley porta ad Asiago Live la New Wave degli Spandau Ballet.

La pioggia caduta per tutta la serata non è bastata a scoraggiare il pubblico accorso numeroso in Piazza Carli per assistere al concerto del cantante inglese.

Dopo settimane di gran caldo, una vigilia di Ferragosto carica di nubi dense e minacciose ha accompagnato le ore precedenti la data asiaghese del “Mad About You Tour” di Tony Hadley (Due Punti Eventi). Piove già da oltre un’ora quando la band sale sul palco, tanto che Tony Hadley esordisce ringraziando il pubblico e ironizzando con il meteo da inizio al concerto con un’eccellente versione di Feeling Good.

Sotto una pioggia battente osservo le persone assistere composte allo spettacolo, nascoste sotto anonimi poncho colorati, quasi rassegnate a subire le intemperie. Non è certo questa l’atmosfera New Romantic che i più avevano probabilmente immaginato di respirare stasera.

I concerti con la platea tutta a sedere non mi sono mai piaciuti troppo. Sono cresciuto con i classici del rock degli anni ’70 e ’80 e vedere pertanto il pubblico seduto, reso ancor più statico per via della pioggia, conferma il mio giudizio. Succede così che all’inconfondibile intro di synth di “To Cut a Long Story Short” anche il sottoscritto deve chiudere gli occhi per immaginarsi catapultato negli anni ’80, quando gli Spands esibivano chitarre a volumi altissimi, kilt ed eyeliner.

Fortunatamente a risollevare le sorti della serata ci pensa Tony Hadley che sfodera quasi in sequenza una serie di hit degli Spandau Ballet: “Highly Stung”, “Only When You Leave”, “I’ll Fly for You e “Round and Round”. L’operazione nostalgia sembra riuscita e il pubblico, per lo più over 50, si lascia trasportare a quei gloriosi giorni dell’adolescenza degli anni ’80.

Questo inevitabile gioco nostalgico, egregiamente sostenuto nella parte musicale da tutta la band, è intelligentemente intervallato da cover e materiale solista che bene descrivono le numerose influenze che hanno plasmato la carriera, lo stile e la vita musicale di Tony Hadley anche se va detto che le vecchie glorie degli anni degli Spandau Ballet dominano ancora in termini di complessità musicale.

Se da una parte è quindi impossibile non ricordare quei cinque ragazzi londinesi che nel 1979 diedero vita agli Spandau Ballet, bisogna anche sottolineare che, quarantacinque anni dopo, Tony Hadley rimane sempre il frontman degli Spandau Ballet, che ha lasciato per intraprendere una carriera solista.

I brani volano senza interruzioni se non quando Tony Hadley si sofferma per interagire con il pubblico, anche nella nostra lingua. D’altronde l’Italia è da sempre uno dei paesi più amati dal cantante inglese. Tanto di questo merito è probabilmente delle sue fan che ancora oggi si rivolgono a lui urlanti con innumerevoli “TONY TI AMO”.

Con il suo Jack Daniels tra le mani Tony Hadley introduce “Through The Barricades”, la sua canzone preferita degli Spandau. Si vede che è grato di essere sul palco e che il suo unico obiettivo è quello di condividere le sue canzoni con il pubblico. Mentre duetta con Lily Gonzales, percussionista e corista della TH Fabulous Band, la gioia è più che evidente sul suo volto. “Lifeline” e “Mad About You” mettono ulteriormente in risalto l’affascinante presenza scenica e la capacità di dialogo con cui Tony Hadley, tra una canzone e l’altra, restituisce ai fan quella giusta dose di nostalgia che probabilmente in molti sono venuti a cercare stasera.

Con “True” ci si avvia verso la fine del concento ma è solo sulle note di “Gold” che il pubblico, seppur timidamente, decide finalmente di abbandonare le sedie per avvicinarsi al palco.

Il concerto si chiude tra gli applausi con “We Are The Campions”, un omaggio a Freddy Mercury che in pochi possono permettersi di proporre degnamente.

Giù il cappello quindi per Tony Hadley. L’eterno ragazzo di Islington, nato con la stoffa del frontman, lo stile di un gentleman ed una voce che è ancora tutta lì. Intatta, potente e virtuosa.

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