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I JETHRO TULL riportano la musica di qualità al Gran Teatro Geox di Padova.
La band di Ian Anderson ritorna in Italia per una serie di date riprogrammate dato che a causa della pandemia erano state annullate.
I Jethro Tull salgono sul palco dello stage del Geox domenica 6 febbraio per celebrare i 50 anni di storia accolti da una grande e liberatoria ovazione del pubblico veneto, seduto compostamente, secondo le procedure anti-covid!
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I primi brani dimostrano che Ian e la band sono in ottima sintonia, “Nothing is Easy”, “Love story” e un medley stratosferico di “Thick as a brick”, opere scritti sul finire degli anni 60, mi sorprendono per freschezza ed energia.
Il set comprende tutti i grandi classici, le pietre miliari che hanno dato l’imprinting al filone aureo del progressive rock. Infatti dopo le simpatiche e ironiche presentazioni di mister Anderson che racconta aneddoti del periodo settantiano, scorrono fluide e perfettamente adattate ai giorni nostri “Living in the past”, “Hunt by numbers”, “Bouree”, “Black sunday” e “My god”.
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Lo show è suddiviso in due parti, la prima dedicata agli esordi negli anni 60 e 70 e la seconda alle successive decadi e all’ultimo album, del quale è stata eseguita solamente la title tack “The Zealot gene”.
Le gemme “Aqualong” e “Locomotive breath” illuminano un concerto che lascia gli spettatori ammaliati e felici.
Ian Anderson suona il flauto divinamente e dal punto di vista vocale è in grandissima forma, ci delizia pure con il mandolino, la band è altrettanto sugli scudi e presenta un giovanissimo chitarrista, tale Joe Parrish, ottimo nei solos e nei riff e i fidati musicisti David Goodier al basso, John O’Hara alle tastiere e Scott Hammond alla batteria.
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Anche questa volta Zed Live ci regala un evento straordinario e a mio avviso la consapevolezza che la musica è rivitallizzante e necessaria per rinfrancare le inquietudini accumulate negli ultimi due anni.
Ringraziamo la disponibilità del press office di David Bonato e l’accoglienza di Zed Live e del Gran teatro Geox
Testo di Mirco Galliazzo e foto di Cesare Greselin per Best Magazine e Artisti No Limits
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