Best Magazine si è lasciato coinvolgere per tutta l’estate da un turbinio di suoni fragorosi e melodie distinte, vibranti, ma anche magniloquenti come in occasione del concerto dei MARILLION, giunti nella meravigliosa cornice del Teatro Romano di Verona per una esclusiva performance in Italia e della quale ne siamo stati partecipi ed ospiti.
La band inglese arriva per presentare l’attesissimo album intitolato F.E.A.R. del quale possiamo già assaporare una preview di brani già nel mercato come EP digitale intitolato “The New Kings”.
I fan accorsi numerosi da tutta Italia, compreso il fanclub TheWebItaly, hanno reso l’evento sold out e carichi vogliono far sentire a Steve Hogarth e soci tutto il loro calore e sostegno!
Come accade da diverso tempo i Marillion iniziano il loro set con la canzone “The Invisible Man” che mette in evidenza lo stato vocale eccellente di Steve Hogarth, ispirato ed espressivo nella parte narrata e nelle intonazioni medio alte.
Nell’aria aleggia una certa frenesia, il pubblico è pronto ad esplodere in un grido di entusiasmo, tenuto sotto controllo dalla consueta pacatezza del pubblico adulto italiano, seguono allora in rapida successione “Power” intensa e a tratti ipnotica con le tastiere di Mark Kelly che aperono melodie da brividi, “The Great Escape” con il refrain drammatico e il solo di Steve Rothery che si inerpica fino alle stelle che sovrastano il cielo sopra Verona.
Scrosci di applausi anticipano “Fantastic Place” dove l’atmosfera si fà raraefatta e intima, poi “Sounds That Can’t Be Made” con un incedere possente e Ian Mosley che percuote il rullante e tiene il ritmo.
Con il brano “F.E.A.R.”Steve da inizio alla presentazione del nuovo corso dei Marillion che ritrovano nuova linfa e una maturità artistica e compositiva pregna di narrazione concettuale, che ci riporta alle emozioni e sensazioni del prog inglese degli anni 70.
Il pubblico percepisce di trovarsi di fronte una band che ha raggiunto il massimo livello di qualità e non si lascia scappare l’occasione di lasciarsi trascinare nel vortice sonoro di queste nuove composizioni contribuendo allo spettacolo, battendo con i piedi e le mani il tempo, dimostrando buon ritmo.
I brani classici si susseguono incessantemente via via in tre bis, iniziando dalla lunga suite “Neverland” tratta dall’album “Marble”, straordinariamente ricca di phatos con una linea di basso (di Pete Trewavas) veramente azzeccata, “Kayleigh” è il brano più pop con un ritornello accattivante e “Lavender” intensa entrambe interpretate da Steve che riesce a personalizzarle e farla sue!
Il Teatro Romano di Verona si surriscalda quando le note di “Heart of Lothian” e la chitarra di Steve Rothery fa vibrare note indimenticabili, con “Estonia” la band sconfina nel virtusosismo e con “This Strange Engine” il brano più energico e roccioso, con un riff di chitarra e tastiere che catalizzano la scena, si chiude uno show stratosferico, intenso e coinvolgente.
Un plauso all’organizzazione di Roma Eg Production nelle persone di Eugenio e Francesco
La band :
Steve Hogarth – voce, tastiera, chitarra, percussioni
Steve Rothery – chitarra elettrica ed acustica
Pete Trewavas – basso, cori; chitarra, campionatore ed effetti aggiuntivi
Mark Kelly – tastiera, campionatore ed effetti, programmazione, cori
Ian Mosley – batteria, percussioni
La scaletta del concerto :
The Invisible Man
Power
The Great Escape
Fantastic Place
Sounds That Can’t Be Made
Fuck Everyone and Run
Russia’s Locked Doors
A Scary Sky
Why Is Nothing Ever True?
Afraid of Sunlight
Quartz
King
Neverland
BIS
Kayleigh
Lavender
Heart of Lothian
Estonia
This Strange Engine
*Foto courtesy RRR Remi Real Rock A.N.L. 2016
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