Diciamoci la verità, ogni tanto la routine quotidiana ci sta stretta. Un mondo in cui non possiamo combattere gli alieni o menare di santa ragione, come se fossimo dei ninja nati, chi si mette sulla nostra strada è effettivamente un mondo noioso. Per non parlare del fatto che proprio non capiamo perché non possiamo avere un drago come mezzo di trasporto piuttosto del solito scooter e che questa forza di gravità che non ci fa volare ha veramente rotto le scatole. Tanti di noi da bambini sognavano di salvare il mondo, di compiere imprese gloriose combattendo mostri e giganti, di poter fare magie e di attraversare senza paura luoghi pericolosi pieni di insidie dietro ogni angolo… Ma…siamo sicuri che lo sognino solo i bambini?
Per fortuna è arrivata la tecnologia a salvarci, creando un universo parallelo in cui all’interno di quel mondo fatto di pixel possiamo sfogare quello che siamo e dimostrare cosa valiamo…o anche, perché no, staccare dalla routine e dallo stress o addirittura vivere una doppia vita virtuale comprensiva di casa, realzioni sentimentali, carriera e figli!
E pensare che tutto ciò, come la maggior parte delle innovazioni, è nato quasi per caso… non aveva idea della scintilla che aveva acceso l’ingegnere Willy Higinbotham nel 1958 quando -per mostrare ai visitatori dello statunitense Brookhaven National Laboratory il funzionamento di un complesso strumento tecnologico- ideò un gioco dove si comandava con dei pulsanti un puntino luminoso che simulava una pallina la quale rimbalzava su un campo da tennis: Tennis for Two. Higinbotham non sapeva di aver creato l’antenato di una delle industrie più grandi mai viste che avrebbero rivoluzionato il mondo dell’entertainment: l’industria dei videogame.
Da quel 1958 l’evoluzione dei videogiochi sarebbe stata lunga e costante, costellata dalla nascita di colossi e da momentanee crisi, dall’invenzione di personaggi che hanno fatto la storia e di una grafica sempre più curata ed accattivante. Vediamo di ripercorrere le tappe salienti di questa meravigliosa forma d’arte con un occhio attento soprattutto al design.
Il primo grande successo commerciale fu Pong prodotto da Atari nel 1972, che vendette 38.000 esemplari negli Stati Uniti: si trattava di due barette che facevano rimbalzare una pallina ma si narra che il primo giorno che venne installato in un bar riscosse talmente tanto successo da impallare il cabinato perché era troppo pieno di gettoni. Tombola. Da quel momento in poi il gioco approdò ovunque e nel 1974 Atari entrò nel mercato delle consolle domestiche con l’Home Pong. Da qui molti altri produttori entrarono in campo introducendo via via evoluzioni come il sonoro e i colori.
L’arrivo del Giappone negli anni ’70 rivoluzionò il settore facendogli fare un salto di qualità non da poco: ecco comparire Space Invaders (primo videogioco a introdurre una narrazione) e personaggi che ancora oggi tutti ma davvero tutti conosciamo e che diventarono un vero e proprio brand tanto da finire in riviste, magliette, cartoni animati e gadget di vario genere: Pac-Man, Donkey Kong, l’idraulico Mario. Pac-Man di fatto è un pallino giallo che deve mangiare altri pallini più piccoli all’interno di un labirinto, scappando da fantasmini variopinti: semplice, colorato e simpatico, è stato il primo personaggio con cui il giocatore si poteva identificare. Donkey Kong è stato un passo evolutivo fondamentale ed è grazie a lui che la Nintendo si è trasformata nel colosso che è oggi. Nel 1985 la compagnia giapponese sfornò Super Mario Bros, il primo gioco con scenari differenti (8 mondi con 4 livelli, per un totale di 32 livelli) e con l’aspetto di cartoon interattivo. Altro pilastro è
Tetris, ideato nel 1984 dal russo Pažitnov, videogioco di logica e ragionamento che fece “il botto” nella sua versione per GameBoy. Per non parlare della colonna sonora!!
Il primo gioco in 3 dimensioni apparve nel 1992, Wolfenstein 3D, che introdusse il genere degli “sparatutto” dove il punto di vista del giocatore coincideva con l’occhio del protagonista creando un’immedesimazione mai vista fino ad allora. Nel 1994 Sony debuttò con la prima PlayStation e da lì in poi la quasi totalità dei giochi venne realizzata in 3D permettendo un realismo sempre maggiore (si pensi a Tomb Raider con la sua Lara Croft, altro personaggio mediatico).
Impossibile non citare Final Fantasy, serie di videogiochi di ruolo made in Japan: alcuni capitoli della saga sono considerati dei veri e propri capolavori, specialmente il settimo (il più venduto in assoluto) e il quarto, con personaggi multipli e storie introspettive, intrighi, combattimenti e magie…
È d’obbligo, infine, ricordare altri pilastri quali Metal Gear Solid – 1998, The Legend of Zelda Ocarina of Time – 1998, GTA III – 2001, Half Life 2 – 2004 , World of Warcraft – 2004, Resident Evil 4 – 2005.
Che dire…in origine il Big Bang creò l’universo. In cinquant’anni i pixel ne crearono numerosi altri…e altrettanti ancora continueranno a crearne, per darci sempre un’alternativa.