Alberto Fortis torna live con sold out a Bardolino

“Possa il potere degli influencers estinguersi perché simbolo della vacuità e della manipolazione. Al suo posto risorgere invece e risplendere l’autentica consapevolezza di ognuno di noi, panacea della bellezza di tutti. Non dimentichiamo mai che Albert Einstein ha detto che l’immaginazione è più importante della conoscenza. Non rinunciamo mai a immaginare una società guarita, per noi stessi e per la generazione futura”.

Alberto Fortis, Bardolino, Teatro Corallo, 3 febbraio 2024.
Appuntamento musicale di assoluta qualità al Teatro Corallo di Bardolino. Sabato 3 febbraio il teatro si è riempito degli amanti delle canzoni di Alberto Fortis, musicista, scrittore e cantautore tra i più importanti del nostro Paese e non solo.

Accompagnato dalla sua Milandony Melody Band (chitarra Giovanni Maggiore, basso Franco Cristaldi, tastiere Luca Fraula, batteria Marco Porritiello, vocalist Mary Montesano) e da ospiti di rilievo (dal musicista e presidente dei Beatlesiani d’Italia Associati, Rolando Giambelli, a Andy Santana e Daniela Bessia), lo spettacolo si apre con un prezioso “regalo”, la suite Tra Demonio e Santità (1980), che solitamente Fortis non suona mai ai suoi concerti; un alternarsi scenico di cambi di giacca (bianca e nera) a sottolineare l’interazione tra bene e male: “do l’impegno e do il coraggio prendo i trucchi e le viltà nel mio patto tra demonio e santità”.

Segue La Pazienza (1979), rappresentata da una Mary Montesano vestita di bianco con cappuccio: “Sei scioccato ma dici ai tuoi occhi no da lei non mi lascio fregare io che ho scelto di farmi ammazzare per farle capire che non vincerà Ma lei furba ti invita a ballare tu la stringi e ti senti morire”.

Con Rolando Giambelli all’armonica a bocca, Fortis incanta il pubblico al pianoforte.

È la volta de le Fragole infinite (1982), libera traduzione di Strawberry Fields Forever dei Beatles, dall’omonimo album, registrato presso gli Abbey Road Studios di Londra e dedicato a John Lennon (“che emozione cantare nello stesso microfono dove ha cantato il maestro John Lennon”): “Tu sei profumo di rosa e il mare mi parlerà di te conosce ogni cosa e un giorno ti chiederà dove volerai. Sul tuo manto bianco mi riposerò, salutando il sole salirai dentro il miele caldo ti ricorderò, come neve che non torna mai.”

Con te (2016) è la canzone che a Fortis sarebbe piaciuto portare a Sanremo, ma suo malgrado non ha passato l’esame (“non so se sia la mia artisticità che non quaglia lì o che cosa… ma io penso che questa canzone ci stava molto bene sul palco dell’Ariston”): “Con te sarà diverso Con te io posso dire Domani faccio un figlio, ti piace da morire Con te posso versare, le lacrime d’amore Con te posso svegliarmi, nell’ anno del signore”.

E L’amicizia (1979) “non potrà camminare sotto braccio coi discorsi fastidiosi che due sposi devono dire
per partire lontano stringendosi la mano nella mano e dentro una bugia come farai a unire questi amori
che non troverai mai insieme come farai”.

Si toglie il velo ai quadri presenti ai lati del palco e si giunge a Venezia (1979): “Venezia è come New York È sempre lei Ma non è mai la stessa È la ruota che si sa Gira fino a che vorrà Regalarti un giro in giostra E poi ti dice, “Fine” Sacro Graal Venezia e onde Il sangue va Nel Canal Grande”.

Dopo un omaggio al piano a Billy Joel, ecco Milano e Vincenzo (1979), i cui versi, come ha avuto modo di spiegare altrove Fortis, non fossero diretti contro la popolazione di Roma, ma contro «le forme di potere e le burocrazie accentrate» della capitale; Vincenzo (Vincenzo Micocci), discografico e talent scout, scatenò l’ira di Fortis, trasformata in canzone, per essere stato uno dei giovani artisti messi sotto contratto e tenuti in attesa, spesso senza mai realizzare un prodotto: “Milano sono tutto tuo Vincenzo no non mi rinchiude più oh Milano sii buona almeno, almeno tu Lui mi picchiava tutto l’anno e mi faceva dire si Mi-Milano tu non trattarmi mai così.”

È quindi la volta di Sindone (2007): “Sindone… rimani impressa tu stessa lo sai siamo noi salvati dal cielo salvato dalle stelle dentro sky”.

Un omaggio agli U2 (One) insieme a Mary Montesano.

Si chiude che le immortali Settembre (1981), un inno a ricominciare: “Ahi settembre mi dirai quanti amori porterai le vendemmie che farò, ahi settembre tornerò. Sono pronto e tocca a me, l’aria fresca soffierà l’armatura non l’avrò, ahi settembre partirò” e La sedia di Lillà (1980): “penso che fra più di un anno cambieranno i miei progetti penso che fra più di un anno avrò nuove verità tu non farmi questo errore vivi sempre nel momento cogli il giorno e tanto amore cogli i fiori di lillà”.

Spettacolo dedicato “… a coloro che nel corso della nostra storia continuano a testimoniare, grazie al loro sacrificio purtroppo, la necessità di credere ad un sogno. Dedico questa canzone a Gesù, a Mahatma Ghandi, a Martin Luther King junior, ai fratelli Kennedy, ai giudici Falcone e Borsellino, ai primi ministri Yitzhak Rabin, Benazir Bhutto, a Pier Paolo Pasolini e John Lennon tra gli altri… Bandiere di pace che continuano a ricordarci che le nostre vite non sono una merce da buttare sul mercato, sono piuttosto un fiore che cresce sul ciglio della strada, per nessuno in particolare, senza chiedere niente a nessuno ma sempre pronto a farsi cogliere da chi davvero lo sa riconoscere. Per questo mio desiderio questa sera cari amici, qui in questo bel teatro Corallo, come tutti i concerti, dopo quarant’anni di musica, che anche per un solo istante stiamo riuscendo a coglierci e a riconoscerci a capire quanto ognuno di noi può fare la differenza anche per chi gli sta vicino anche se non lo conosce… E dunque a nome di chi ci ha voluto qua, a nome di tutta la mia band e di tutte le persone che hanno reso possibile questo spettacolo, grazie di essere qui per noi questa sera… ”.

Alberto Fortis, Bardolino, Teatro Corallo, 3 febbraio 2024.

Grazie grande Alberto!

Ringraziamo il direttore artistico Rino Condercuri e tutto lo staff per l’ospitalità ed accoglienza.

Torneremo al Teatro Corallo di Bardolino il prossimo 29 febbraio con lo spettacolo di Paolo Belli “Pur di far Commedia”

Testo e foto di Maria Cristina Napolitano, courtesy by A.N.L. 2024

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