Pretty Things a il “Il Giardino” Lugagnano di Sona, Verona il 08-12-2017
Dick Taylor chitarrista e Phil May vocalist dei Pretty Things hanno suonato al “Il Giardino” di Lugagnano di Sona, Verona, il 08-12-2017. Sono stati accompagnati da Jack Greenwood alla batteria, George Woosey al basso e voce e Frank Holland chitarra, armonica a bocca e voce. Vorrei ringraziare Giamprimo per essere sempre disponibile e lo ringraziamo anche per tutti quei bellissimi concerti che ci ha portato e quelli che arriveranno in futuro.
Il Giardino è a dire poco un locale meraviglioso, fantastico e unico, con un’atmosfera accogliente e calorosa, ti fa sentire proprio a casa. In passato abbiamo visto grandi concerti: Fish, il cantante dei Marillion, Martin Barre il chitarrista dei Jethro Tull, Clive Bunker batterista sempre dei Jethro Tull, Band of Friends basso e batteria del mitico Rory Gallagher, Uli Jon Roth chitarrista degli Scorpions, Tony Levin bass stick dei King Crimson, Osanna, I Strawbs, Popa Chubby. Prossimamente arriveranno: Aldo Tagliapietra, The Watch, Biglietto per L’Inferno, Andrea Braido, Balletto di Bronzo, Martin Barre chitarrista dei Jethro Tull, Popa Chubby, e gli Appice Brothers.
Sono stati i “Mother Island” che hanno aperto il concerto dei “Pretty Things”, una band italiana molto interessante! Un mix di Big Brother and The Holding Company e i Jefferson Airplane, ma restando originali con canzoni tutte loro. L’affascinante Anita alla voce è stata straordinariamente padrona dello stage.
Poi arrivano i big della serata, i “Pretty Things” che non solo hanno eseguito le loro Hits, come “Roslyn” e “Don’t Bring Me Down” ma ci hanno sorpreso con “S.F. Sorrow Is Born”, “She Says Good Morning” e “I See You”, tratto da loro capolavoro “S.F. Sorrow” che è uscito nel 1968. Ci siamo immersi nella storia e siamo tornati indietro nel tempo con “Keep Your Big Mouth Shut”, “Big City”, “The Sun”, “You Can’t Judge The Book”, “Midnight To Six Man” e la bellissima “Mona (I Need You Baby)”. Il blues suonato anche dai Rolling Stones “Little Red Rooster” scritta da Willie Dixon e un’altra canzone capolavoro “LSD”, e a chiudere con la canzone manifesto “Pretty Things” scritta da Bo Diddley”.
Dick Taylor e Frank Holland formidabili alla chitarra e Frank ha fatto anche la sua bella figura con l’armonica a bocca. Jack Greenwood ha stupito con un solo di batteria super energetico mettendosi pure a petto nudo. Jack Greenwood e George Woosey hanno approfittato dell’occasione per presentare il loro CD pubblicato con il gruppo “Dull Knife” intitolato “Light Is The Night, Dark Is The Day”, dove Jack suona la batteria e canta, George canta e suona la chitarra e il banjo… un bel CD, buona musica.
INTERVISTA A DICK TAYLOR E PHIL MAY DEI PRETTY THINGS
CG: Siamo in compagnia di Dick Taylor e Phil May, benvenuti, mi fa molto piacere vedervi, siete tornati in Italia…
DT: Sì ci piace venire in Italia perché il pubblico è molto caloroso con noi come anche in Spagna.
CG: Avete qualche progetto artistico al quale state lavorando in questo momento?
PM: Siamo arrivati a scrivere delle nuove canzoni per il nostro prossimo cd, siamo alla meta. Adesso torniamo a casa dopo essere stati in Danimarca, Germania, Spagna e naturalmente Italia. Abbiamo suonato a Torino, Bologna, qui e dopo andiamo a Como, poi due date in UK una a Londra e una a Leicester. Poi ci possiamo dedicare completamente al nostro prossimo lavoro.
CG: Il vostro ultimo cd del 2015 è intitolato “The Sweet Pretty Things (Are In Bed Now, Of Course), avete qualche cosa in particolare da raccontarmi riguardo a questo album?
PM: Qui io ho disegnato la copertina, così come quella del nostro album “S.F. Sorrow”.
CG: Infatti come ti sei seduto hai subito iniziato a disegnare, e riconosco il tuo stile. Quello che mi ha più colpito è che adoperi penne a sfera tipo Bic…
PM: Sì infatti quello che ho in testa lo metto direttamente sul foglio e adopero il rosso, il blu e il verde, maggiormente.
CG: Avete re-registrato “S.F. Sorrow”…
DT: Sì, è stato un “Re-Born”dopo 30 anni dalla sua uscita nel 1968. Ma nel 1998 abbiamo invitato ospiti come David Gilmour e Arthur Brown. E’ uscito in formato CD e DVD e registrato sempre presso gli “Abbey Road’s Studios” la casa dei Beatles. Pensa che nel ’68 in contemporanea con noi, i Pink Floyd stavano registrando “A Saucerful Of Secrets” agli Abbey Road.
CG: Viene riconosciuto dai media mondiali che l’album S.F. Sorrow è stato il primo “Rock Opera” del mondo!
DT: Sì, infatti, ancora prima degli “Who” con la loro “Tommy”, esattamente 11 mesi prima!
CG: Avete fatto anche delle registrazioni con gli Yardbirds?
DT: Sì, con il batterista Jim McCarty degli Yardbirds, è uscito l’LP “The Chicago Blues Tapes 1991” e “Wine, Women & Whiskey”, è stata una bella esperienza.
CG: Phil tu hai scritto la canzone “You Must Believe Me” con Jimmy Page?
PM: Sì, e non solo, noi siamo stati il primo gruppo a firmare con i Led Zeppelin e la loro casa discografica “Swan Song Records” e abbiamo prodotto l’album “Milk Torpedo” nel 1974. Un fatto molto curioso è stato quando eravamo in Grecia e Robert Plant stava venendo a trovarmi e ha avuto quel terribile incidente d’auto con sua moglie rischiando di perdere la vita. Robert, quella volta, ha avuto dei grossi problemi a camminare per molto tempo.
CG: Avete cambiato il nome del gruppo in “Electric Banana” pur mantenendo gli stessi musicisti… perché?
DT: In quel periodo abbiamo firmato con la “Fontana Records” e il contratto stava per finire, così abbiamo cambiato il nome in “Electric Banana” per non incappare in una causa legale. Così abbiamo firmato con la “De Wolfe Library Records” per nascondere la nostra identità. Con gli “Electric Banana” la nostra musica è stata sfruttata in gran parte nelle colonne sonore dei film Horror.
CG: David Bowie ha fatto delle cover con delle vostre canzoni?
DT: Sì, David Bowie nell’album “Pin Ups” ha inciso due canzoni “Rosalyn” e “Don’t Bring Me Down” alla sua maniera, in modo splendido. “Rosalyn” è stata la nostra prima hit che è arrivata al 40esimo posto delle charts inglesi, ma il nostro più grande successo è stato con la canzone “Don’t Bring Me Down” che è arrivata nei primi 10 posti della Hit Parade.
CG: Nel vostro LP “Emotion” del 1967 avete suonato strumenti come archi e fiati, come mai?
DT: Con la mia approvazione ma non quella di Phil May, lui non era d’accordo.
CG: Vi siete conosciuti al Collegio d’Arte?
DT: Già, ero con Mick Jagger, Keith Richards e Brain Jones e ci chiamavamo i “Little Boy Blue and the Blue Boys”, io sono passato al basso perché c’erano troppe chitarre nel gruppo. La band in seguito all’entrata di Bill Wyman al basso cambiò il nome in “Rolling Stones”. Io poi sono tornato al “Sidcup Art College” dove ho fatto amicizia con Phil May e più tardi abbiamo dato inizio ai “Pretty Things”, un nome ispirato da una canzone di “Bo Diddley”. Ehi, Cesare, vedo che hai un Bootleg dei “Little Boy Blue and The Blue Boys”, qui qualcuno ci aveva registrato con un registratore audio a cassetta e a nostra insaputa. Un giorno ricevo una telefonata da una casa d’aste di Londra che mi dice che ha una cassetta con una mia registrazione, vado al negozio d’asta ma Mick Jagger è arrivato prima di me e l’ha comprata, è cosi che ho perso la mia parte sui diritti d’autore.
CG: Grazie a tutti e due per la vostra disponibilità e un grande abbraccio!
By Cesare Greselin